La Volpe e l'Uva

di Esopo, raccontata da favoline.it

La Volpe e l'Uva

In una calda giornata estiva, una volpe affamata vagava per un bosco alla ricerca di cibo. Aveva camminato per ore e il suo stomaco emetteva brontolii che risuonavano tra gli alberi. Mentre avanzava, i suoi occhi scintillanti scrutavano ogni angolo del bosco in cerca di qualcosa da mangiare.

Finalmente, arrivò in uno spiazzo dove la luce del sole filtrava attraverso le foglie, creando un mosaico di ombre danzanti sul terreno. Al centro dello spiazzo, c'era un rigoglioso vigneto, con grappoli d'uva che pendevano pesantemente dai tralci. La volpe, vedendo l'uva, sentì il suo cuore balzare di gioia. Era la stagione in cui l'uva era matura, succosa, e perfetta per placare la sua fame.

Con passo felpato, si avvicinò alla vigna, i suoi occhi fissi sui grappoli violacei che promettevano un dolce sollievo. Le sue narici si dilatarono, catturando l'aroma invitante dell'uva matura. Tuttavia, c'era un problema: l'uva pendeva da un tralcio alto, ben fuori dalla sua portata.

Non scoraggiata, la volpe decise di tentare di raggiungere l'uva. Si mise in piedi sulle zampe posteriori e saltò con tutta la sua forza, ma le sue zanne non fecero altro che graffiare l'aria. Atterrò con un tonfo sordo e guardò in su, frustrata. La volpe tentò ancora e ancora, saltando con maggiore energia ogni volta, ma l'uva rimaneva irraggiungibile.

Dopo numerosi tentativi, la volpe si fermò, ansimando e sfinita. Guardò l'uva con un misto di desiderio e rabbia. Era stufa di saltare inutilmente e il suo orgoglio iniziava a soffrire. Si sedette, le zampe anteriori incrociate, e iniziò a riflettere sulla situazione.

Mentre sedeva lì, un pensiero iniziò a formarsi nella sua mente. “Forse”, pensò, “questa uva non è così buona come sembra. Potrebbe essere acerba o addirittura avvelenata. Perché dovrei sprecare le mie energie per qualcosa che potrebbe non essere nemmeno degno del mio tempo?”

Rafforzando questa convinzione nella sua mente, la volpe si alzò con dignità. Guardò l'uva un'ultima volta e disse a se stessa: “Non ho bisogno di quella uva. Ci sono molte altre cose nel bosco che posso mangiare. Perché dovrei fissarmi su qualcosa che non posso avere?”

Con un sospiro, la volpe si voltò e lasciò il vigneto, il suo passo ora leggero e privo di desiderio per l'uva. Mentre si allontanava, il sole iniziò a tramontare, tingendo il cielo di sfumature di rosso e arancio. La volpe si sentì in pace con la sua decisione, consolata dal pensiero che ciò che non poteva avere, in fondo, non valeva la pena di essere avuto.

Tuttavia, nel profondo del suo cuore, una piccola voce sussurrava la verità che la volpe si rifiutava di ascoltare: l'uva era dolce, e il suo orgoglio l'aveva impedito di ammettere che non era riuscita a raggiungerla.

Fine della Storia

Questa storia ci insegna una lezione importante: spesso, quando non possiamo ottenere qualcosa, tendiamo a sminuirne il valore per proteggere il nostro orgoglio. Ma è importante riconoscere e accettare le nostre limitazioni, piuttosto che ingannare noi stessi con false giustificazioni.

Pubblicato in Storie Classiche
Aggiornato il 30/11/2023

Questo lavoro è stato scritto originalmente da Esopo ed è stato poi rielaborato, riscritto, riassunto e adattato per un pubblico con sensibilità diversa, come ad esempio i bambini, da favoline.it e pubblicato su favoline.it.
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